Il giro del mondo tra le opere più famose colpite dagli attivisti, il fenomeno non si ferma

Da sapere: il giro del mondo tra le opere più famose colpite dagli attivisti, il fenomeno non si ferma. Le informazioni e curiosità.

Tutti abbiamo visto le scene degli attivisti per l’ambiente incollarsi con le mani alle opere d’arte più famose del mondo o lanciare contro di esse – protette da vetro – vernice o zuppa in scatola.

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Il giro del mondo tra le opere più famose colpite dagli attivisti, il fenomeno non si ferma (La Primavera di Botticelli agli Uffizi di Firenze. Foto di Larry Lamsa, CC BY 2.0, Wikimedia Commons)

Gesti di protesta il cui obiettivo è quello di sensibilizzare l’opinione pubblica sul problema, grave e attuale, del cambiamento climatico. Azioni e interventi shock che, per fortuna, non hanno danneggiato le opere ma che hanno suscitato un vespaio di polemiche.

Anche se le opere d’arte non sono state rovinate è giusto prendersela con loro? Sebbene la questione ambientale sia un tema di drammatica attualità, con gli effetti del riscaldamento climatico ormai sotto gli occhi di tutti, ha senso questa forma di protesta? Non rischia di avere l’effetto contrario?

Per il momento lasciamo queste domande sospese. Qui, invece, vi segnaliamo i luoghi e le opere d’arte in Italia e nel mondo che sono state prese di mira dagli attivisti.

Il giro del mondo tra le opere più famose colpite dagli attivisti ambientali

Gli attivisti di Ultima Generazione, collettivo che punta a sensibilizzare sull’emergenza dei cambiamenti climatici con proteste eclatanti, hanno preso di mira diversi musei e opere d’arte nel mondo. Scopriamo dove hanno agito e quali sono le opere d’arte colpite.

Una delle opere più celebri e che tutti conoscono è il dipinto “La Primavera” di Botticelli, esposto alla Galleria degli Uffizi a Firenze. Qui, gli attivisti hanno incollato le loro mani al vetro che protegge il dipinto, lo scorso 22 luglio, e hanno esposto uno striscione con la scritta “Ultima Generazione No Gas No Carbone“.

Sempre in estate, il 18 agosto scorso, gli attivisti hanno inscenato la loro protesta ai Musei Vaticani a Roma, dove si sono incollati le mani al basamento della celebre scultura del Laocoonte. Anche qui è stato appeso lo striscione “no gas e no carbone”.

Invece, lo scorso 22 novembre a Milano, alla Fabbrica del Vapore, gli attivisti hanno colpito la macchina Bmw M1 dipinta da Warhol, esposta nel museo, lanciandole contro otto chili di farina e poi incollandosi le mani ai finestrini. Anche questa protesta è stata contro la riapertura delle centrali a carbone.

Attivisti di Ultima Generazione ai Musei Vaticani

Le opere colpite all’estero

Non solo in Italia, gli attivisti di Ultima Generazione hanno colpito anche opere famose nei musei all’estero. Il 23 ottobre scorso, gli attivisti hanno lanciato purè di patate contro il dipinto Il Pagliaio” di Calude Monet, esposto al Museo Barberini di Potsdam, in Germania. Questa volta, però, la tela non era protetta dal vetro.

Invece, altri attivisti, del gruppo Just Stop Oil, sempre a ottobre, avevano imbrattato con la zuppa di pomodoro il celebre dipinto I Girasoli” di Van Gogh, mentre era in mostra alla National Gallery di Londra. Il quadro era protetto dal vetro, ma la cornice è stata danneggiata.

Uno degli episodi più clamorosi, comunque, resta il lancio di una torta alla panna contro la “Gioconda” di Leonardo esposta al Louvre di Parigi. Sempre per protestare contro i cambiamenti climatici.

 

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