Per molti è un piatto da leccarsi i baffi, ma non tutti la pensano così, il motivo è semplice

C’è chi lo ama e chi lo odia: un piatto magnifico e ricco di storia, ma che non tutti – oggi almeno – apprezzano. Ecco di cosa stiamo parlando.

La gastronomia italiana è ricca di piatti, ricette e alimenti buonissimi. Si spazia dalle preparazioni a base di pasta, a quelle invece a base di verdure e carne. Proprio quest’ultimo alimento finisce spesso al centro di numerose diatribe, anche se si tratta di quello che molti considerano una vera e propria delizia: il porceddu.

Piatto di carne
La storia del tradizionale Porceddu Sardo

È innegabile che il consumo mondiale di carne andrebbe notevolmente ridotto da parte di ognuno di noi. Il costo in termini economici e ambientali di questo alimento è elevato. Per questo spesso ci sono persone che letteralmente aborrono qualsiasi piatto a base di carne e chi invece li adora. Questa volta, visto che siamo sotto le feste, vi vogliamo raccontare la storia di come è nato il porceddu e la ricetta. Senza prendere le parti di una o dell’altra fazione, ma solo per conoscere meglio uno dei piatti tradizionali della cucina italiana.

Cos’è il porceddu?

Il porceddu è un piatto tipico sardo che, originariamente, veniva consumato soprattutto a Pasqua. Negli ultimi anni è però diventata una preparazione tipica delle feste che compare sulle tavole di molte persone anche a Natale. Conosciuto anche come maialetto sardo, si realizza con un maialino giovane, di massimo sette chili, cucinato generalmente allo spiedo dopo una accurata pulizia interna ed esterna. Viene salato solo dopo metà cottura per rendere la cotenna molto croccante e l’interno tenerissimo. Seguono poi le spezie come zafferano, mirto, timo, pepe e menta.

Come è nato questo piatto tipico sardo?

Le prime volte che questa preparazione è comparsa in Sardegna risalgono a moltissimi anni fa, quando l’isola era occupata da diversi insediamenti spagnoli. All’epoca il porceddu era un piatto super prelibato e unicamente mangiato e cucinato durante le feste solo in Sardegna. Oggi è invece diffuso in tutta Italia, ma resta la sua connotazione prettamente festiva.

Una piccola  variante nella cottura del porceddu sardo è quella fatta sotto terra, chiamata a carraxiu. Oppure viene ricoperto di foglie di mirto dopo la cottura per farlo raffreddare aggiungendo ulteriore sapore alla carne.

 

Chiaramente c’è chi questo piatto lo adora e chi, invece per i motivi elencati all’inizio, non vuole nemmeno sentirlo nominare. E voi? Che ne pensate del porceddu?

(Foto di cottonbro studio: https://www.pexels.com/it)

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