È il vino proibito per eccellenza in Italia, ma in pochi sanno il motivo, ecco perché

Tra le eccellenze italiane ci sono senza dubbio i vini, alcuni dei quali sono famosi in tutto il mondo e molto ricercati. Da nord a sud, il nostro paese regala ogni anno delle produzioni molto apprezzate sia in Italia che all’estero. Dal bianco, al rosso e il rosato, fino al Prosecco premiato in tutto il mondo, l’Italia resta sempre al top in ambito enogastronomico. 

Oggi parliamo di un vino che ha però una caratteristica particolare, che tutti sentiamo nominare ma della quale in pochi conoscono i motivi. Esiste infatti, una tipologia di vino (non solo in Italia) che in alcune situazioni si può considerare “proibito”. Vediamo di cosa si tratta.

Vino proibito
Vino “proibito” (Canva)

E’ un tipo di vino che non si trova facilmente, e per questo già gode di una storia particolare, in quanto viene prodotto solo da alcune cantine e solamente in alcuni periodi dell’anno, oltre i quali viene tolto dal commercio.

Vino Novello, già partita in Italia la vendita

Come suggerisce il nome, il vino Novello è un vino nuovo, che si beve poco dopo la vendemmia, ed ogni anno la vendemmia ne regala una particolare produzione, che viene messa in commercio solo a partire da una determinata data. Per tradizione è legato alla festività di San Martino, l’11 novembre, quando i contadini fanno il bilancio di un anno di lavoro.

Novello francese
Novello francese (Canva)

La Coldiretti ha comunicato che quest’anno il “déblocage” in Italia per legge è partito alle ore 0,01 del 30 ottobre, in anticipo di quasi tre settimane rispetto al Beaujolais nouveau francese, che arriverà sulle tavole solo il 17 novembre. Il vino novello Made in Italy è arrivato sulle tavole degli Italiani con circa 6 milioni di bottiglie della vendemmia 2022, che possono essere acquistate con la riapertura settimanale di negozi, enoteche e supermercati. Ma come nasce il vino novello, e perché esce solo in alcuni periodi dell’anno?

La produzione di questo vino in Italia è iniziata intorno alla metà degli anni ’70, dopo che in Francia – considerata la madre dei novelli – i vignaioli della zona di produzione del Beaoujolais, per superare una stasi di mercato, misero sul mercato il Beaoujolais nouveau, per rivalorizzare il loro vino prodotto con uve Gamay meno pregiate della Borgogna meridionale. Il vino novello in Italia è prodotto maggiormente nelle aree del Nord Est (dal Veneto al Trentino) e del Centro Sud (Puglia Sicilia Toscana e Abruzzo). Le uve maggiormente utilizzate sono il Merlot, il Sangiovese, il Cabernet, il Barbera, il Nero d’Avola, il Teroldego e il Montepulciano.

Il vino novello viene consumato soprattutto in abbinamento con i prodotti autunnali come le caldarroste in Fiere e Sagre. Leggero e con bouquet aromatico, il vino novello nostrano deve le sue caratteristiche al metodo di vinificazione utilizzato messo a punto dal ricercatore francese Flanzy – fondato sulla fermentazione carbonica di grappoli integri di uve spremute a distanza di una decina di giorni. Questo vino delicato normalmente si attesta sugli 11 gradi, ma può raggiungere anche i 12. Ed è proprio per garantire la sua massima qualità, che la legge prevede delle date specifiche di commercializzazione, dal 30 ottobre dello stesso anno della vendemmia fino al 31 dicembre.

La produzione di Novello in questi anni, secondo i dati di Coldiretti è andata calando, a causa di una serie di fattori, tra i quali il limite del consumo nell’arco dei prossimi 6 mesi, fino alla tecnica di produzione, la macerazione carbonica, che è più costosa di circa il 20% rispetto a quelle tradizionali. Ma soprattutto, ha spiegato Coldiretti, gli stessi vitigni che negli anni passati rappresentavano la base del novello vengono oggi spesso utilizzati per produrre vini ugualmente giovani, ideali per gli aperitivi, ma che non presentano problemi di durata.

(Fonte Coldiretti)

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