La paghi ogni volta che ti sposti, ma da oggi la regola è cambiata, scopri se sei esentato

Viaggiare vuol dire spostamento, e che sia vicino o in luoghi più lontani, il viaggio implica una serie di azioni ed organizzazioni alle quali bisogna fare attenzione, e che spesso sono praticamente obbligatorie per la buona riuscita della vacanza. 

Quando parliamo di spostamenti, esistono anche delle spese da sostenere, alcune che tutti conosciamo – come il mezzo di trasporto, il luogo dove alloggiare e dove mangiare, ecc. – ed altre che invece non sappiamo, o che non consideriamo. Oggi parliamo proprio di queste ultime, e di quello che dobbiamo sapere a riguardo.

Stop alla tassa di soggiorno per alcune categorie
Turista non paga (Canva)

Che sia per un giorno o per un periodo di tempo più lungo, quando ci muoviamo insomma le spese sono d’obbligo. Ma ce n’è una in particolare che in molti conoscono per sentito dire, ma alla quale non si fa mai caso, e che comunque ci ritroviamo a dover sostenere.

Tassa di soggiorno, ecco cosa cambia a Roma

Si chiama imposta di soggiorno, più comunemente conosciuta come tassa di soggiorno, ed è un tributo previsto dalla nostra legislazione introdotto dal 2011 con la riforma del federalismo fiscale. Ma di cosa si tratta?

Pagamento tassa di soggiorno
Pagamento hotel (Canva)

La tassa di soggiorno è una tassa richiesta al viaggiatore per ogni notte di permanenza presso una qualunque struttura ricettiva del luogo che va a visitare. Questa tassa serve a finanziare in pratica tutti i servizi di uso comune che il turista andrà ad utilizzare e del quale usufruirà, e viene pagata al termine del soggiorno, calcolando i giorni di permanenza. Non tutti i comuni la prevedono, mentre le maggiori città, quelle per intenderci con maggior numero di turisti, l’hanno resa obbligatoria.

A Roma il contributo di soggiorno è stato introdotto a decorrere dal 1° gennaio 2011 con Deliberazione n. 38 dell’Assemblea Capitolina del 22/12/2010. Presupposto del contributo è il pernottamento di cittadini non residenti in strutture ricettive alberghiere ed extra alberghiere situate nel territorio di Roma Capitale.

Ed è proprio di ieri la notizia di una modifica a questa imposta di soggiorno, che per ora sarà valida fino al 31 Marzo 2023. Come recita il comunicato ufficiale del Comune di Roma, si vuole “Una Roma più giusta, ospitale, e solidale che recupera e sottolinea la vocazione inclusiva e di accoglienza che ha sempre avuto e che opera anche a sostegno a imprese ricettive con l’introduzione di una quota forfettaria per compensare le commissioni interbancarie associate all’incasso del contributo di soggiorno da transazione elettronica. Quota che, in ogni caso, non può superare l’1,5% dell’importo riscosso e versato a Roma Capitale”.

Il Comune ha specificato quindi che il provvedimento si inserisce nell’ambito delle iniziative messe in atto per rilanciare e sostenere il settore turistico, con una strategia all’insegna della qualità dell’offerta, nel quadro del forte ritorno delle presenze nella Capitale. Oltre a dare una risposta agli operatori, la delibera rafforza anche la capacità di riscossione di Roma Capitale e la lotta all’evasione perché il contributo spetta solo alle imprese in regola con l’adempimento degli obblighi fiscali.

Inoltre, l’Assemblea Capitolina ha deciso che tutte le persone con disabilità grave che prenoteranno un albergo nella capitale, non dovranno più pagare la tassa di soggiorno, modificando quindi il regolamento del contributo di soggiorno sia a favore delle persone disabili che dei loro caregiver.

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