È ormai una presenza costante ed imponente in Italia: il granchio blu ha invaso il litorali italiani.
Il fatto che diverse specie animali non caratteristiche dell’Italia stiano invadendo i territori nostrani non è una novità. Questa estate abbiamo assistito ad una ondata inaspettata di meduse che, complice il surriscaldamento dei mari, hanno iniziato a proliferare, ma in alcuni casi abbiamo anche visto l’arrivo di specie non autoctone. Ora questa situazione si ripropone in modo nettamente più impattante con il granchio blu.
Questa specie di crostaceo, seppure non pericoloso per l’uomo e, anzi, super pregiato nei paesi orientali, rischia però di danneggiare in modo permanente l’ecosistema e la biodiversità. Vediamo allora da dove arriva il granchio blu e cosa significa la sua presenza nelle nostre coste.
Lo abbiamo detto, questo crostaceo non è pericoloso per l’uomo, ma per la natura. Si tratta di un crostaceo estremamente vorace, rapidissimo nel riprodursi e sta lentamente rischiando di soppiantare i nostri classici granchi. La pesca potrebbe essere solo una salvezza per il nostro ecosistema visto che la sua presenza – oggi studiata dall’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale – è in netta crescita.
Ma da dove arriva il granchio blu? Il Callinectes Sapidus si trova oggi dall’Adriatico verso i mari del sud Italia e arriva dalle coste occidentali dell’Oceano Atlantico e dal Golfo del Messico. Come ha fatto? Le cause si stanno studiando, ma le ipotesi al vaglio sono essenzialmente due. Ancora una volta, le temperature troppo elevate del mare oppure le acque di zavorra delle navi che potrebbero averne trasportato degli esemplari in Italia.
Se un tempo il granchi blu veniva gettato in mare, oggi i pescatori si guardano bene dal farlo. Infatti è un animale che viene venduto ad un prezzo molto alto nel mondo asiatico e si può mangiare la sua polpa in tanti modi differenti. A voi è già capitato di incontrarlo?
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